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Effetto GLAST


Cosa s’intende in effetti per effetto GLAST?

Certamente molti vi hanno avuto a che fare nella vita di tutti i giorni: la propria immagine riflessa su un foglio di alluminio da imballo o gli alimenti guardati attraverso una pellicola trasparente da imballo. In entrambi i casi percepiamo un’immagine più o meno sfocata di un oggetto in realtà nitido.
 
Quest’effetto, un misto di riflessione diretta (su componenti riflettenti) o trasmissione diretta (su componenti traslucidi, trasparenti) nonché annebbiamento (riflessione diffusa), causato dalle differenze dalla superficie a specchio ideale (irregolarità, particelle vaganti, graffi → cause della riflessione all’indietro diffusa) nel caso della riflessione o dalla piastra ideale di piani paralleli (inclusioni, particelle vaganti, differenze di indice di rifrazione, graffi → riflessione in avanti diffusa) nel caso della trasmissione, viene definito effetto GLAST.

      

  Aumento di riflessione all’indietro diffusa


Sino ad ora è disponibile come misura di riflessione diretta del grado di lucentezza:



Il rapporto di riflessione diretta viene utilizzato come misura della dispersione della luce riflessa (annebbiamento della brillantezza, velatura) (sotto 20° ± 0,9°) e riflessione diffusa (tra 20,9° e 22,7° e 17,3° e 19,1°).


Cioè per calcolare la velatura si utilizza solo una piccola sezione dell’angolo. Un rivelatore fotoelettrico rileva la radiazione riflessa direttamente (da 19,1° a 20,9°), mentre un altro rivelatore fotoelettrico (disposizione ad anello) rileva la riflessione diffusa compresa tra 17,3° e 19,1° e tra 20,9° e 22,9°.
 
Con oggetti trasparenti e semitrasparenti, il rapporto flusso luminoso del ricevitore e del trasmettitore viene definito trasmissione e serve come misura della trasparenza di un oggetto.




Nella modalità a luce trasmessa, il fattore di velatura nasce dalla relazione tra la dispersione della luce in avanti nel semispazio intero e la trasmissione diretta all'interno di una gamma di ±2,5°. Comunemente per misurare la velatura si utilizza una sfera di Ulbricht, cosa non così direttamente fattibile però nella modalità INLINE.



Contrariamente all’effetto velatura, l’effetto GLAST viene rilevato con un’ottica di riproduzione e si avvicina quindi alla modalità di osservazione dell’occhio umano. Per eseguire questa operazione, l'oggetto che deve essere osservato o esaminato viene inserito come elemento ottico nel percorso ottico.
Come oggetto da raffigurare si utilizza una lastra di vetro diffusore illuminato con reticolo applicato (sono disponibili larghezze di linea da 0,5mm, 1mm e 2mm). In modalità di riflessione, l'oggetto deve essere esaminato quasi come uno specchio e sopra questo viene riprodotta su un rivelatore lineare, mediante un obiettivo di proiettore , una sezione del reticolo:
 

A seconda della qualità della superficie dell'oggetto da esaminare si ottiene nella posizione del rivelatore lineare un'immagine più o meno nitida del reticolo sul lato dell’oggetto. Idealmente (l'oggetto da esaminare è uno specchio ideale) viene riprodotto sul rivelatore lineare come segnale video rettangolare il modello di luce/buio del reticolo illuminato (omogeneamente illuminato).

Il plateau superiore del segnale video è formato dall'area chiara del reticolo illuminato con diffusore, mentre il plateau inferiore del segnale video proviene dai punti oscurati della superficie del diffusore (reticolo à linee nere).



Ora l'oggetto da esaminare diventa gradualmente più diffuso, si trasforma quindi da segnale video originariamente rettangolare in segnale sinusoidale con la stessa frequenza di base rispetto al segnale rettangolare (a seconda del reticolo e della scala di riproduzione dell’obiettivo del proiettore utilizzato):



Se mediante l’analisi di Fourier si crea uno spettro a frequenza locale, aumentando la componente diffusa dell’oggetto è possibile osservare in prima linea una diminuzione della componente ad alta frequenza (multipli dispari della frequenza di base f0). Il grado Glast descrive quindi il rapporto della frequenza di base rispetto alle componenti di frequenza più elevate ed è quindi anche una misura di quanto nitidamente possa essere letto un oggetto mediante la componente riflettente.



Il rapporto delle componenti di frequenza dispari (3 f0, 5 f0, 7 f0, 9 f0, … , (2n+1) f0) rispetto alla frequenza di base f0 può essere utilizzato come misura di quanto chiara o diffusa sia una superficie (grado Glast).
 
Con oggetti trasparenti o semitrasparenti si comporta allo stesso modo. Qui, l’oggetto da esaminare viene inserito nel cammino ottico quasi come piastra otticamente. Si deve fare attenzione che l’oggetto da esaminare sia posizionato il più possibile in prossimità del reticolo. 



Anche nella trasmissione è possibile riscontrare con un aumento della componente diffusa sulla pellicola una variazione dell’andamento rettangolare del segnale video, verso l’andamento sinusoidale.
 
Nello spettro di frequenza locale questo aumento della componente diffusa nell’oggetto si accompagna a una diminuzione dell’ampiezza dei multipli dispari (3 f0, 5 f0, 7 f0, 9 f0, … , (2n+1) f0) della frequenza di base f0.

        



Misurazione pratica dell’effetto Glast

Per misurare il riflesso dell’effetto Glast è disponibile la geometria di misura 30°/30° (come pure la geometria di misura 45°/45°), con tre diversi spessori di linea del reticolo: 0,5mm, 1mm e 2mm
 
GLAST-85-30°/30°-DIF-0.5/0.5
GLAST-85-30°/30°-DIF-1.0/1.0
GLAST-85-30°/30°-DIF-2.0/2.0





 







 


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